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27 novembre 2019

Agriturismo: in Lombardia pasti (e posti?) senza limiti

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Albergatori e ristoratori penalizzati dal nuovo provvedimento regionale.

Per venti giorni all’anno, gli agriturismo più strutturati potranno somministrare pasti e fornire – forse – anche posti letto senza limite alcuno, in base a una norma varata ieri dal Consiglio regionale della Lombardia, nell’ambito di un più generale provvedimento volto alla revisione dell’ordinamento regionale, che non ha visto il coinvolgimento delle Associazioni di ristoratori e albergatori.

La novità normativa giunge a pochi mesi da una precedente riforma complessiva del settore, che aveva già di molto ampliato le facoltà di queste aziende agricole: da un lato quasi raddoppiando il numero massimo di posti letto che possono essere offerti su base giornaliera (da 60 a 100); dall’altro consentendo un “recupero” molto più agevole (da settimanale, ad annuale) dei pasti non somministrati durante le giornate di minore affluenza, consentendo il superamento del limite massimo giornaliero previsto dal “certificato di connessione” di ciascuna struttura, pur nel limite generale dei 160 pasti giornalieri.

«Uno schiaffo per albergatori e ristoratori lombardi - afferma Gianni Rebecchi, Presidente regionale di Confesercenti - che, a fronte di imposte e adempimenti ogni giorno più gravosi, dovranno subire l’incontrollata concorrenza di “aziende agricole” che nei fatti svolgono in misura sempre più marginale le loro attività tipiche, con buona pace del “principio di connessione e complementarietà” da sempre invocato per giustificare i numerosi vantaggi normativi e fiscali di cui godono anche gli agriturismo».

«Confesercenti aveva già pesantemente criticato la precedente riforma lombarda delle attività agrituristiche, ma questa è davvero la goccia che fa traboccare il vaso» riprende Rebecchi. «Chiediamo con urgenza un confronto con l’Assessore regionale all’Agricoltura – Fabio Rolfi – nonché con i suoi colleghi dello Sviluppo Economico e del Turismo – Alessandro Mattinzoli e Lara Magoni – rispetto a una norma su cui non siamo stati assolutamente interpellati e che, oltre a essere inaccettabile in via di principio, rischia di produrre gravissimi danni per decine di migliaia d'imprese lombarde della ristorazione e della ricettività».

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